Non tutti sono a conoscenza dell’esistenza del bisfenolo A (la cui abbreviazione è BPA), un composto di tipo organico formato da due gruppi fenolo.
Si tratta di un plastificante utilizzato nella sintesi di molti additivi e materie plastiche, e studi recenti hanno dimostrato che si tratta di una sostanza tossica piuttosto pericolosa.
Ogni giorno se ne producono quantità notevoli per la realizzazione di contenitori, barattoli e lattine, e attraverso i cibi e le bevande contenuti al loro interno, il bisfenolo A penetra nell’organismo.
Secondo il parere degli scienziati, la sua presenza all’interno del corpo è pericolosa perché può causare una serie di disturbi gravi.
Il BPA, infatti, può indebolire il sistema immunitario e causare danni neurologici, obesità, diabete, infertilità maschile e pure aumentare i rischi di cancro (in particolare di quello al seno).
Di recente, fra gli effetti negativi del BPA, è stato aggiunto anche l’indebolimento significativo dello smalto dentale, a causa di problemi nella mineralizzazione dei denti. Questo disturbo colpisce in prevalenza i bambini, poiché si trovano nell’età decisiva per la composizione dello smalto.
La patologia è denominata “Molar Incisor Hypomineralisation“, abbreviato MIH, ed è un problema che non passa inosservato proprio perché colpisce i denti, in primo luogo cambiandone la colorazione; i denti afflitti da questo disturbo appariranno in parte, o completamente, giallognoli oppure marroncini e più scure sono le macchie, più è alto il pericolo di erosione dentale.
Lo smalto ipo-mineralizzato contiene meno calcio e fosforo rispetto a quello sano, e per contro presenta una maggiore quantità di anidride carbonica. I denti di coloro che ne soffrono sono più sensibili al freddo e al caldo e perfino lavarli può diventare doloroso.
I bambini sono i più colpiti perché la mineralizzazione comincia all’ottavo mese di gestazione e prosegue nei primi cinque anni di età; in caso di MIH, parte delle cellule adibite alla formazione dello smalto – gli ameloblasti – viene distrutta in questa fase in maniera irreversibile.
A tutt’oggi le cause scatenanti della MIH sono sconosciute, e i sospetti numerosi: dalle malattie polmonari alla mancanza di ossigeno durante la nascita, passando per l’alta quantità di diossine nel latte materno, fino alle componenti plastiche presenti nel ciuccio e nel biberon, e dunque una prolungata esposizione al BPA.
Un gruppo di ricercatori ha effettuato dei test sui topi, dimostrando che i limiti di esposizione imposti dall’Unione Europea sono troppo elevati: con concentrazioni inferiori a 50 microgrammi per ogni chilo del peso corporeo – valore di tolleranza giornaliero – dopo un mese gran parte dei topi presentava denti macchiati e con scarsa consistenza e, più nel dettaglio, pochi minerali e una quantità eccessiva di proteine.
La chiave sono proprio le proteine, alla base della formazione dello smalto dentale per la deposizione dei minerali. Una volta assimilati tutti i minerali, l’impalcatura di proteine viene eliminata per fare in modo che lo smalto possa fissarsi attraverso la cristallizzazione.
La presenza eccessiva di BPA altera questo processo, poiché consente un accumulo eccessivo di proteine che poi finiscono per ostacolare la cristallizzazione, rendendo così lo smalto fragile. Per questa ragione, pur essendo gli studi ancora in corso, la Germania ha vietato già dal 2011 il bisfenolo A nei biberon.
Cosa fare quindi per i nostri bambini?
E’di fondamentale importanza evitare il contatto e l’assunzione con il Bisfenolo A (leggere attentamente le etichette ad esempio dei contenitori in plastica) e procedere periodicamente a terapie di eliminazione (es. A base di Clorella e Zeolite)
Fonte : news.doccheck.com
Foto nontoxicnest.wordpress.com